Il Mediatore Interculturale

È una figura professionale che svolge attività di mediazione tra cittadini immigrati (individui, gruppi, organizzazioni) e la società locale, promuovendo, sostenendo e accompagnando entrambe le parti in un dialogo di reciprocità.

Tale figura ha il compito di favorire la rimozione di barriere culturali e linguistiche, promuovendo sul territorio una cultura di accoglienza e integrazione socio-economica.

Informa e orienta gli immigrati su aspetti relativi ai diritti e doveri vigenti in Italia, in particolare nell’accesso e nella fruizione dei servizi pubblici e privati.

Il significato della mediazione interculturale

La mediazione interculturale rappresenta una funzione utile e necessaria  per agevolare il processo di integrazione degli immigrati e di mutamento sociale della società di accoglienza. Va considerata come “ponte” fra le due parti, favorendo così la conoscenza reciproca di culture, valori, tradizioni, diritto e sistemi sociali, in una prospettiva di interscambio e di arricchimento reciproco. La mediazione interculturale va, inoltre, considerata come dimensione costante delle politiche di integrazione sociale, sia per l’accesso degli stranieri all’esercizio dei diritti fondamentali sia per la trasformazione della nostra società, con l’incontro di culture diverse che si mescolano e si modificano reciprocamente.

Breve storia della mediazione in Italia 

In Italia la mediazione interculturale fece la sua comparsa agli inizi degli anni 90, quando nel nostro paese si passò dalla fase di inserimento di singoli immigrati alla seconda fase del ciclo migratorio, ovvero all’accoglienza, alla stabilizzazione ed integrazione di nuclei familiari.

Si assisteva, in questi anni, ad un sostanziale mutamento di ruolo e di status dei gruppi di immigrati che passarono dalla condizione di “immigrati” a quella di “minoranza etnica”, implicando da parte delle comunità minoritarie un progetto di stabilizzazione e una crescente consapevolezza politica e da parte delle istituzioni italiane un riconoscimento di diritti.

La mediazione interculturale prese avvio, prima in modo circoscritto e poi in modo sempre più diffuso, con una certa prevalenza nelle regioni del nord del paese. Furono proprio i centri del Nord a sperimentare l’utilizzo sui generis della nuova figura di mediatore. Era una partenza che aveva tutte le connotazioni della novità, della sporadicità dell’inserimento e della casualità nella scelta dei contesti di avvio dell’esperienza.

Rapidamente, però, presero forma iniziative di formazione on the job ed altre finalizzate ad un utilizzo più ampio ed esteso di questa nuova figura professionale.

Ancora oggi non esiste una codificazione normativa ed il conseguente profilo professionale della figura del mediatore interculturale.

La legge 40/98, nell’art. 36 “Istruzione degli stranieri – Educazione interculturale” e nell’ art. 40 “Misure di Integrazione Sociale”, nonché la legge 285/97 dal titolo “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, fanno riferimento ai mediatori culturali/interculturali qualificati, quali operatori sempre più richiesti nei servizi di welfare.

Nonostante tale conferma e legittimazione, il mediatore è un operatore non ancora riconosciuto e il dibattito sul suo profilo, percorso formativo e ruolo è in una fase di confronto ancora molto aperta.

I luoghi della Mediazione Linguistico-Culturale: 

La mediazione si svolge soprattutto in contesti scolastici, contesti socio-sanitari, realtà territoriali e nel mondo del lavoro. I servizi che, in maniera sempre più crescente, impiegano mediatori sono:

  • servizi educativi per l’infanzia
  • scuole di ogni ordine e grado
  • ospedali
  • consultori familiari
  • uffici stranieri di questure
  • carceri
  • uffici stranieri di sindacati, enti locali, associazioni di volontariato
  • centri per l’impiego
  • servizi sociali
  • centri di prima accoglienza
  • comunità alloggio
  • aziende e servizi commerciali che prevedono la presenza di stranieri.

Il Contesto

Con il fenomeno delle migrazioni l’Italia si è trasformata in un Paese multiculturale, dove vivono fianco a fianco persone di lingua, religione e cultura diverse. Per la realizzazione di una convivenza pacifica e per una buona gestione del fenomeno, si è mostrato fondamentale percepire la sua complessità ed elaborare nuovi approcci, politiche, metodologie e strumenti di interazione.

La mediazione culturale si presenta come strumento di interazione interculturale e come processo duplice e reciproco di decodifica della comunicazione configurandosi come buona pratica applicabile nei vari contesti della vita sociale.

Il Testo unico sulla disciplina dell’immigrazione e il Documento Programmatico relativo alla politica dell’immigrazione qualificano la mediazione culturale come un elemento costante delle politiche di integrazione sociale, indispensabile da un lato per consentire ai nuovi cittadini di esercitare i loro diritti e, dall’altro, per facilitare nella nostra società l’integrazione culturale attraverso la conoscenza e lo scambio reciproci, cercando di assicurare uguali opportunità nel rispetto della diversità.

Cosa offre un servizio di Mediazione Culturale:

Il Servizio offre il supporto di figure professionali competenti e con esperienza per interventi di mediazione con diverse culture: Cinese, Araba, Sud Americana, Europa dell’Est. Il coinvolgimento del Mediatore viene condiviso e adattato in base alle specifiche esigenze e ai bisogni del contesto di riferimento (Servizi, Scuola, Progetti) prevedendo azioni di supporto sia nell’ambito di gruppi, sia singolarmente (es. colloqui di sportello, tutoring educativi, azioni di prevenzione del conflitto, ecc).

Il Servizio, inoltre, promuove attività di sensibilizzazione e formazione:

  • corsi di lingua e sostegno linguistico;
  • incontri su temi specifici rivolti a comunità straniere sui temi dell’educazione alla salute prevenzione alcol e tossicodipendenze, sessualità sicura;
  • coinvolgimento su progetti integrati e con finalità di aggregazione sociale di associazioni, comunità, gruppi di immigrati e della popolazione in generale.

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